E SE I MURI POTESSERO PARLARE

(Fondazione Bevilacqua La Masa – Venezia) (2023)

 

Come quando scopriamo o ritroviamo una scrittura antica e sconosciuta, e necessitiamo di comprendere l’alfabeto con cui è stata scritta, il senso di lettura, la lingua e infine il suo contenuto, in quest’opera è analogamente richiesto un sforzo per decodificarne il significato.

Un nastro magnetico incastonato nel muro contiene la risposta alla domanda: “E se i muri potessero parlare?”. Allo spettatore è richiesto lo sforzo di cercare di comprendere il significato del testo inciso attraverso l’uso di uno “stilo” la cui punta è dotata di una testina magnetica di lettura.

Passando lo stilo sopra il nastro nel muro, il suono inciso viene riprodotto con un sistema di amplificazione al quale la penna di lettura è collegata. Sta alla mano e alla sensibilità di chi maneggia lo stilo ricercare la velocità giusta e il senso di lettura.

Il solco sul muro ripercorre l’ambiente senza soluzione di continuità, perdendo il concetto di inizio e di fine, di direzione di scrittura, di codici e di forme. Tutto diviene circolare, l’idea di tempo risulta assurda e quindi esso scompare, poiché concettualmente ogni punto di questo muro è un inizio, e ogni punto è una fine.

 

 

 

E SE I MURI POTESSERO PARLARE

(Fondazione Bevilacqua La Masa – Venezia) (2023)

 

As when we discover or find an ancient and unknown writing, and we need to understand the alphabet with which it was written, the reading sense, the language and finally its content, in this work an effort is similarly required to decode its meaning. A magnetic tape embedded in the wall encloses the answer to the question: "What if the walls could speak?". The viewer is required to make an effort to try to understand the meaning of the engraved text through the use of a "stylus" whose tip is equipped with a magnetic tape head. By passing the stylus over the tape in the wall, the recorded sound is reproduced with an amplification system to which the reading pen is connected. It is up to the hand and the sensitivity of those who handle the stylus to find the right speed and the sense of reading. The groove on the wall traces the environment seamlessly, losing the concept of beginning and end, of writing direction, of codes and forms. Everything becomes circular, the idea of ​​time becomes absurd and therefore it disappears, since, conceptually, every point of this wall is a beginning, and every point is an end.

 

 

 

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